Edi Keber

Ci troviamo fra le colline di Zegla, frazione di Cormons, nel cuore del Collio.

Qui a beneficiare di un microclima eccezionale e di una terra ideale per la viticoltura, con le sue marne ed arenarie (la Ponka) che la compongono, sono le viti di un'autentica istituzione enologica della zona che risponde al nome di Edi Keber.

Di origini austriache, la dinastia Keber si trasferisce più di 300 anni fa da Vienna e mette radici sulle splendide colline di Zegla.
Inizia così una lunga storia fatta di lavoro, sacrificio e tanto amore per il vino e il territorio. Allevamento di bestiame, coltivazioni agricole, viticoltura, sono le principali attività che garantiscono la sussistenza e la crescita di una famiglia che incarna alla perfezione i principali valori della tradizione contadina. Ogni generazione ha contribuito alla crescita aziendale, ma se parliamo di vino di qualità legato al territorio, la svolta decisiva la dobbiamo al lavoro e all'intraprendenza di Edi Keber.

Classe 1960, deve gran parte delle sue conoscenze in termini di vino e vita contadina, al padre Giuseppe e allo zio Stanko. Ma una volta ricevuta l'istruzione necessaria, inizia un percorso individuale, dove sono il suo carattere e le sue idee ad essere le vere protagoniste.

Per un periodo, il suo modo di lavorare e i suoi prodotti seguono le tendenze che andavano per la maggiore nel panorama vinicolo locale. A partire dagli anni Settanta, la particolare ricchezza di cultivar aveva fatto la fortuna dell'enologia friulana, ma Edi alla fine degli anni Ottanta fu fra i primi a iniziare a chiedersi se il gran numero di varietà della Doc Collio fosse ancora la strada giusta da seguire. I mercati stavano cambiando, i desideri e la cultura del consumatore anche.
Nasce in lui la profonda convinzione che fosse necessario rafforzare il binomio vino-territorio per competere con una concorrenza che si stava facendo sempre più agguerrita.
Per fare ciò era necessario pensare a un vino bandiera che portasse il nome della Doc e che se identificasse inequivocabilmente con il territorio.

Il Collio Bianco, quello che facevano già nel passato i nonni assemblando il Tocai Friulano, la Ribolla Gialla e la Malvasia, era sicuramente quanto di meglio potesse essere prodotto per rappresentare il territorio e le sue univoche peculiarità,

Edi inizia quindi la sua piccola rivoluzione. Va in controtendenza, disinteressandosi delle logiche e dei vantaggi del mercato che stavano premiando varietà monovitigno come il Sauvignon, il Pinot e lo Chardonnay. Nel 1987 riduce a due sole, le tante varietà di bianchi che produceva. Da quella data solo il Tocai Friulano e il Collio Bianco saranno i protagonisti delle bottiglie che vedranno in etichetta comparire l'inconfondibile K, simbolo dell'azienda e della famiglia.
Aveva in questo modo deciso di identificarsi con un vino, il Tocai, che gli dava grandi soddisfazioni, e al tempo stesso iniziare a lavorare sul progetto "Collio Bianco", cui voleva assegnare il compito di diventare il vino bandiera del territorio

Edi Keber

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