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Basilicata

Storia e Tradizioni

Territorio originariamente poco adatto all’insediamento umano a causa del clima e delle frequenti alluvioni di acqua salmastra, la regione era nota come Lucania, nome derivato dai lucani (da lucus o “foresta” in latino) che per primi si insediarono in queste terre. I greci colonizzarono la regione nel VII secolo A.C. e fondarono i centri di Siris, Metaponto ed Eraclea, sviluppando forme rudimentali di agricoltura, includendo l’introduzione dell’uva, e del commercio. Nel III secolo A.C. i Romani occuparono la regione ed iniziarono una intensa opera di deforestazione e di sviluppo agricolo del territorio che continuò fin quasi alla caduta dell’Impero Romano. In seguito, i bizantini cambiarono il nome della regione in basilikos che significa “principe” o “governatore”, dal quale deriva il nome attuale. Nei secoli seguenti le frequenti incursioni di pirati Saraceni spinsero la popolazione verso l’interno montagnoso, arido e non adatto all’agricoltura. Dopo la riunificazione d’Italia, il nuovo governo espropriò vasti appezzamenti di terreno appartenenti alla chiesa ridistribuendoli fra un numero limitato di case nobiliari che non avevano interesse nello sviluppare ulteriormente il territorio. Come conseguenza, la zona entrò in una spirale di declino socio-economico. L’estrema e diffusa povertà generò il fenomeno del brigantaggio, in parte sostenuto sia da rappresentanti della chiesa che da alcune fazioni della nobiltà. La ribellione degenerò in un conflitto armato di tipo guerrigliero a sostegno di un vero e proprio movimento politico di opposizione al nuovo Regno d’Italia che continuò per anni. Solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, con la creazione di piccole compagnie agricole, la situazione è migliorata portando un certo benessere economico agli abitanti della regione. Infine, la scoperta di giacimenti di metano nel corso degli anni ‘60 e ‘70 ha generato lo sviluppo locale dell’industria petrolchimica portando ulteriore benessere. I Vini. Nonostante in Basilicata si produca un solo vino DOC, la qualità è tale che viene annoverato fra i più rispettati ed apprezzati vini rossi italiani. Il nome Aglianico, che definisce sia il vino che l’uva dal quale deriva, è una corruzione della parola “ellenico” ovverosia, Greco. Infatti, la regione non ha vite autoctona della zona e l’Aglianico fu portato dai colonizzatori greci in tempi pre-romanici. Come risultato, in Basilicata l’arte enologica era già conosciuta in tempi antichi, molto prima che molte delle varietà d’uva autoctone delle regioni dell’Italia settentrionale venissero coltivate e trasformate in vino. I greci piantarono e coltivarono estensivamente vitigni nella zona del Monte Volture, zona dove ancor oggi si produce forse il miglior Aglianico, come testimonia il nome dell’unico DOC, prodotto nella regione: Aglianico del Volture.

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Il Rogito, Basilicata IGT

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Che l’Aglianico fosse anticamente apprezzato anche nella versione “più scarica” vi è più di una testimonianza.  Andrea Bacci, nella Storia Naturale dei Vini (1596), parla, infatti, a proposito dell’Aglianico anche di “… uve che non sono così nere … e di un succo di consistenza mediana.”.